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All’inizio del duemila quasi casualmente trovo in un negozio del mio paese di articoli per la casa e giochi una confezione contenente il Pendolino Lima serie Hobby Line a un prezzo interessante.
Occorre ricordare che questo modello di pendolino ETR.450 deriva dalla precedente produzione Lima del prototipo ETR.401 prodotta negli anni ’70 e, quindi, non è perfettamente corrispondente al modello vero. Inoltre la lunghezza in scala è 1:100 anziché 1:87. Il grande successo di vendita aveva comunque spinto la Lima a fare una versione più accessoriata (ma sulla stessa base, e, quindi, comunque fuori scala e sempre più vicina all’ETR.401 che non all’ETR.450), dotata di pantografi migliori e adatti alla presa di corrente dalla linea aerea (anche se comunque non possibile in quanto installati su una vettura intermedia), fischi, fanali illuminati, ruote in metallo e colorazione più curata, vendendo anche singolarmente le vetture che lo componevano. Torniamo però alla versione semplificata. Nelle prime confezioni la composizione era di 5 pezzi, nelle ultime di 4 pezzi (in ogni caso entrambe le composizioni erano ben lontane dalle 11 vetture della realtà). Quella in mio possesso, inoltre, era dotata di pantografi in plastica non funzionanti (quindi nemmeno il classico pantografo anni ’70-’80 di Lima installato su tutte le locomotive), senza illuminazione frontale, con ruote in plastica (tranne, ovviamente, la motrice), assenza dei terzi fari e dei fischi (sia nella posizione degli uni, sia degli altri, dei bei fori…). Tutte le casse sono i plastica bianca e le fasce colorate in rosso sono verniciate. Anche tutti i tetti erano di colore bianco. Da notare che le versioni precedenti di 5 pezzi erano in plastica rossa con le parti bianche colorate e tetto colorato in argento.
La prima operazione che ho fatto è stata quella di dipingere di grigio chiaro, con verniciatura ad aerografo, i tetti di tutta la composizione.
Il successivo passaggio è stato quello di predisporre l’illuminazione bianca/rossa dei fanali. Il primo tentativo ha previsto l’installazione di LED bicolore verde/rosso.
Con un po’ di tentativi ho individuato il valore delle resistenze da mettere in serie per ottenere il colore giallo (alimentando in contemporanea sia il piedino del rosso sia quello del verde) e rosso (alimentando solo il relativo piedino). Il trucco utilizzato è stato quello di inserire un diodo opportunamente orientato tra i due piedini in modo tale che a seconda del pin alimentato si accedesse il rosso o entrambi i colori.
Resistori e diodi sono stati posizionati nella motrice folle su una piccola basetta millefori collocata presso il vestibolo. In corrispondenza dell’intercomunicante è stato posizionato un connettore femmina a 4 poli per il collegamento con le vetture precedenti.
Tutto il convoglio è attraversato da una “linea” che porta il polo comune positivo, un conduttore per l’alimentazione dell’illuminazione interna realizzata con strisce LED, un conduttore per i fanali bianchi di coda, un conduttore per i fanali rossi di coda.
Ciascuna vettura intermedia è pertanto stata dotata della linea passante con connettore maschio da un lato e femmina dall’altro.
Sulle due motrici intermedie sono stati tolti i pantografi in plastica e installati pantografi tipo 52 di Rivarossi – Hornby, realizzando con stampante 3D un piccolo supporto incollato sopra il castelletto preesistente per adattarlo al nuovo pantografo.
Nella foto si notano anche i ritocchi rossi fatti alle cornici dei finestrini (prima erano bianche) e le bordature nere per simulare le guarnizioni.
Più complesso l’attrezzaggio della motrice dal punto di vista elettrico. In prima battuta ho realizzato un circuito con un connettore a 8 poli per il collegamento del decoder, uno a 4 poli per la “linea treno” e uno a 3 poli per il collegamento dei fanali.
Per motivi di spazio, diodi e resistenze sono stati saldati direttamente ai piedini dei LED.
Pur avendo accorciato opportunamente l’arredamento interno, la chiusura della cassa si è rivelata impossibile. Allora ho eliminato la basetta e collegato direttamente il decoder a ruote, motore e luci. Ora la chiusura è riuscita. Breve test di verifica del corretto funzionamento delle luci dei fanali, del motore e dell’illuminazione interna con esito positivo. Poi procedo a un secondo test per verificare il corretto funzionamento delle luci della motrice folle con cabina (grazie alla modularità della “linea treno”) unendo i due elementi e… mi ritrovo con le luci gialle accese su entrambe le testate indipendentemente dalla direzione di marcia! Eh già, il trucco dei diodi su entrambe le testate ha avuto come effetto l’alimentazione dei piedini di tutti i LED bicolore in entrambe le direzioni di marcia!!! Cambio di strategia: prendo un LED bianco in corpo trasparente e gli saldo subito dietro, con l’aiuto di una dima in legno appositamente costruita, un LED rosso nella speranza che la luce del rosso possa attraversare il corpo dell’altro diodo.
Ecco il risultato...
Il risultato direi che è stato positivo! Nelle immagini si vede anche il fischio di Romana Modelli aggiunto sulle testate e un terzo faro fittizio realizzato con brillantini tolti da una maglia…
Ultima installazione elettrica: non avendo fatto modifiche per aumentare le ruote in presa di corrente, ho installato condensatori tampone per rimediare a piccole difficoltà di captazione. Il decoder installato, ESU Lokpilot 5 Basic, ha già le piazzole predisposte per il collegamento e il condensatore consigliato va da un minimo di 470uF a un massimo di 2200uF. I condensatori in mio possesso da 2200uF erano troppo grandi per trovare posto senza risultare invasivi. Mi sono allora accontentato di installare in parallelo tre condensatori da 470uF 25V in tre punti diversi ma ben occultati.
Due sono sistemati nel sottocassa, ai due lati della zavorra, contenuti nella carenatura dove è installato anche un piccolo connettore per escluderli in fase di programmazione del decoder (infatti la loro presenza potrebbe inibirla).
Il terzo si trova invece tra la fine della riproduzione dell’arredamento interno e il motore di trazione.
Infine... Per allungare almeno di un pezzo il convoglio sono fortuitamente entrato in possesso della vettura intermedia senza pantografo presente nelle confezioni in vendita all’inizio, quelle da 5 pezzi.
Purtroppo c’erano alcune parti rotte (carenature vicino ai carrelli, bordo di protezione dei mantici), ma la fase di ricostruzione è già stata fatta. Rimane ora la verniciatura da rifare (il tetto è color alluminio e la vernice bianca è piuttosto “sofferta”) e l’installazione dell’illuminazione interna.
Se il restauro appagherà l'occhio, la vettura si unirà al resto del convoglio, altrimenti... pazienza.
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