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Da un po' di tempo pensavo di installare su un carro merci i classici fanali lampeggianti di coda con lampeggio asincrono. Esclusa dopo qualche tentativo fallito (soprattutto causa le dimensioni ridottissime) la loro autocostruzione, ho esaminato quelli “artigianali” di Almrose e Romana Modelli, optando per questi ultimi in particolare per il costo sensibilmente minore.
Fanali di coda di Romana Modelli
La scelta del carro in mio possesso sui quali installarli è ricaduta sull’art. 46000 di Roco il quale riproduce, con qualche approssimazione, un carro Ghks di epoca IV. Un tipo di carro che può entrare tranquillamente in composizione con un qualsiasi treno merci raccoglitore come in coda a un treno passeggeri di materiale ordinario (rigorosamente nel suo sobrio color ardesia).
Carro ROCO FS Ghks (Art. 460000)
Innanzitutto ho proceduto a effettuare due fori da 1 mm con girapunte a mano nella posizione indicata in giallo nella foto, in modo da consentire il passaggio dei fili attraverso la parete del carro.
Ho poi incollato i fanali in posizione con una goccia di colla cianoacrilica.
A questo punto occorreva scegliere la resistenza da collegare in serie ai LED per proteggerli. Prevedendo di alimentarli a 3,3V ma immaginando che fossero già piuttosto luminosi, ho collegato in serie a ciascuno una resistenza da 560 Ohm per verificare la luminosità. La prima grossa difficoltà è stata togliere la vernicetta isolante dai sottilissimi fili di alimentazione delle lanterne. Talmente sottili che scaldandoli con un accendino si scioglievano letteralmente. Con molta pazienza ho provveduto a raschiarli con carta vetrata sottilissima… ma anche questa operazione, pur risolutiva, si è dimostrata non semplice perché i cavetti erano meccanicamente poco resistenti. Alimentati quindi i LED a 3,3V con le resistenze in serie, quello di sinistra si è rivelato decisamente luminoso mentre quello di destra non lo era altrettanto. Molto probabilmente la realizzazione artigianale ha comportato la permanenza del saldatore per un tempo eccessivo sui piedini del LED compromettendone il funzionamento. Ho pertanto ridotto a 330 Ohm la resistenza in serie alla lanterna di destra (valore più che tollerabile per l’alimentazione a 3,3V) e aumentato a 820 Ohm quella di sinistra. Per il funzionamento ho utilizzato un microcontrollore. Si tratta di una scheda NodeMCU “cinese”, HW-628 V1.1, che a bordo monta anche il Wi-Fi (anzi, in realtà in suo cuore è proprio il modulo Wi-Fi). La scheda ha avuto un costo ridotto (se non ricordo male intorno ai sei euro) ma presenta un errore di sviluppo del circuito stampato che ne compromette il funzionamento del Wi-Fi. L’avevo perciò accantonata proprio per l’uso in una semplice applicazione che non necessitasse della connessione alla rete.
Scheda HW-628 V1.1
La programmazione si realizza con l’IDE di Arduino che a me è familiare. Ho pertanto realizzato un semplice programma che attivasse le due uscite D1 e D2 con un ritmo che si avvicinasse il più possibile al classico flash asincrono dei fanali tipo FS. Le uscite di tale scheda sono a 3,3V (ecco il perché del dimensionamento in base a quella tensione dei LED), mentre la sua alimentazione può andare da 4 a 9V. Per non cimentarmi in complesse modifiche al carro per la presa di corrente dalla ruote ho preferito prevedere l’alimentazione del tutto tramite una pila da 9V, dato anche l’abbondante spazio disponibile all’interno del carro stesso. Non mi sono però fidato ad alimentare la scheda direttamente a 9V e ho inserito un circuito riduttore di tensione che la abbassasse da 9V a 5V.
Il circuito riduttore in fase di saldatura dei cavetti. Da notare il circuito stampato sul quale sono saldate le resistenze che si trova inserito a misura nella parte di sinistra del carro.
Sul fondo del carro ho fatto un foro di misura per far passare due pin con funzione di interruttore per escludere la pila quando il carro non è in uso. Un piccolo jumper tipo quelli utilizzati nei PC permette quindi di attivare il circuito.
Il circuito alimentatore è stato unito con biadesivo al microcontrollore sul suo retro (la misura era perfetta!).
A questo punto test finale e… amara sorpresa! Dopo qualche “flashata”, il LED di destra ha smesso totalmente di funzionare. Testato con un multimetro e preso atto che era letteralmente defunto, dopo un attimo di smarrimento ho tentato una mossa estrema. Ho tolto il circuito stampato con le resistenze, tagliato i sottili fili in rame provenienti dalla lanterna, montato sul girapunte a mano una punta da 1,5 mm e allargato il foro esistente forando anche, di fatto, in LED bruciato. Nella disgrazia, la fortuna mi ha aiutato: malgrado lo spazio ristretto (dovendo operare dall’interno) sono riuscito nell’intento senza danneggiare la lanterna che ha mantenuto integro il suo “vetrino” colorato di rosso. Ho quindi creato una guida luce, l’ho inserita nel foro e messo un LED rosso, incollandolo all’interno della cassa e a ridosso della guida luce. Il sistema ha funzionato, però pur emettendo il nuovo LED una luce forte il risultato finale non è paragonabile all’effetto che si ottiene dall’altra lanterna con il LED ospitato direttamente dentro di essa. Non ho ridotto ulteriormente la resistenza del LED “svantaggiato” per evitare che a lungo andare si possa danneggiare. Diciamo che potrebbe rappresentare un fanale con la batteria un po’ scarica… Ecco due immagini del carro che entra in galleria… nella seconda ho colto proprio il momento con il “flash” del fanale di destra.
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