Il Passaggio a Livello "58"

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  1. Stefano Maulini
     
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    8 OTTOBRE 1971

    Nella vita succede di ricordare episodi accaduti in tempi molto remoti e di non ricordarsi cosa si è fatto il giorno precedente. Questo è dovuto indubbiamente all’eccezionalità di un evento rispetto alla routine quotidiana.

    E’ l’8 ottobre 1971 e io ho compiuto da poco 5 anni. Da poco più di uno vivo nel casello del “58”.

    Nel pomeriggio, intorno alle 15.30, vengono chiuse le sbarre per il passaggio del merci Novara – Domodossola.

    Il segnale di protezione della stazione di Gravellona Toce, di seconda categoria e che si trova a ridosso del passaggio a livello, è a via impedita.
    Arriva il merci, rigorosamente trainato da una locomotiva 640 del deposito di Novara, e si arresta prima del segnale. Di norma i treni della linea erano sempre di composizione ridotta, ma oggi questo merci raccoglitore è eccezionalmente di composizione “importante”.

    PL
    Ritaglio di immagine già pubblicata e riproposto per inquadrare i luoghi dove si svolgono i fatti...

    Dopo una breve attesa il segnale viene “aperto” e il merci riprende lentamente la corsa sfruttando anche la linea in discesa.
    Percorsi circa 200-250 metri il treno si arresta nuovamente senza apparente motivo.
    Dal passaggio a livello la locomotiva non è più visibile a causa della curva posta subito dopo il “58”, in compenso dalla stazione di Gravellona il treno fermo oltre il segnale, anche se distante, è visibile.

    Occorre ora ricordare che il segnale ad ala era azionato meccanicamente con una corda di acciaio lunga ben più di un kilometro e non era insolito che la crescita di erbacce lungo il suo percorso bloccasse il segnale che rimaneva incerto, ovvero con una inclinazione che non si comprendeva se fosse di via libera o di via impedita, se non totalmente in quest’ultima condizione.

    E’ utile ricordare che i segnali ad ala semaforica di seconda categoria, che non erano preceduti da segnale di avviso, venivano posti a distanza maggiore dalle stazioni rispetto ai segnali di prima categoria, in modo tale che un treno che avesse incontrato il segnale a via impedita si sarebbe arrestato, quindi avrebbe proseguito portando la sua coda oltre il segnale stesso garantendosi così la protezione da un eventuale altro treno seguente.

    Sta di fatto che il treno fermo oltre il segnale induce il manovale di stazione a pensare che il segnale sia incerto o rimasto a via impedita e che il treno si sia ricoverato oltre il segnale per proteggere la coda.
    Ipotizzando perciò un malfunzionamento del segnale per i motivi già esposti, prova ad azionare la leva a contrappeso di comando ripetutamente.

    LEVA_COMANDO_SEGNALE
    Leva di comando del segnale di protezione posto vicino al P.L. "58". Qui ormai in disuso...

    Dal passaggio a livello si osserva il segnale passare dalla via libera alla via impedita e viceversa per due/tre volte fino a essere riportato definitivamente a via libera.
    Ma il merci rimane immobile.

    Dopo diversi minuti un “muso nero” (non so se fosse il macchinista o il fochista) arriva al passaggio a livello e scioglie l’arcano: poco dopo la curva, in mezzo ai binari, hanno rinvenuto un cadavere.
    Se il treno non avesse incontrato il segnale a via impedita molto probabilmente lo avrebbe travolto prima di riuscire ad arrestarsi, ma la bassa velocità aveva permesso di fermarsi a opportuna distanza.

    58_INVESTIMENTO
    Vista dall'alto dei luoghi narrati (fonte Google Maps)

    Immediata la comunicazione telefonica al D.U. e interruzione della linea.

    Il treno rimase fermo alcune ore interrompendo la viabilità (peraltro molto ridotta) della via Santa Maria. Ricordo però mio zio che per attraversare approfittò, quale passaggio, della garitta del frenatore che era presente proprio sul carro fermo in corrispondenza del P.L.

    Del resto degli avvenimenti non ho grandi ricordi, perché cominciando ad arrivare le forze dell’ordine e una ambulanza e temendo che potessi vedere qualcosa di poco adatto per un bambino, mia mamma mi mandò in casa.
    L’ultimo ricordo di quella giornata particolare sono le luci blu dell’ambulanza viste dalla finestra che si allontanano nel buio autunnale ormai calato.

    ARTICOLO
    Trafiletto de La Stampa - Cronache del Novarese del 10 ottobre 1971

    Per diversi giorni l’episodio fu naturalmente oggetto di discussione. L’ipotesi più plausibile è quella che il suicida si fosse gettato sotto il treno 2317 Domodossola – Novara transitato intorno alle 14.15 anche se la bassa velocità del treno composto da carrozze ordinarie, trainato da una 640 in pieno sforzo per la salita e in un tratto con buona visibilità non sia stato visto nel momento in cui ha compiuto il gesto insano sembra un po' strano...

    Edited by Stefano Maulini - 26/11/2023, 18:23
     
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